lunedì 10 settembre 2007

Eccolo...


Valentino Mazzola

è considerato il giocatore italiano più completo di sempre. Mediano, regista, attaccante e trascinatore, anticipò l'idea del calciatore universale alla Alfredo DI Stefano. La sua vita è stata tragicamente spezzata dalla tragedia di Superga. Per ironia del destino egli salvò la vita ad un difensore del Milan, Andrea Bonomi (che stava per affogare in un fiume), quando aveva solo dieci anni.

La prima squadra di Valentino Mazzola fu l'Alfa Romeo Milano, club di serie C con la quale militò durante la stagione 1938-1939. Nell'anno in cui iniziò la Seconda guerra mondiale egli passò al Venezia, società di serie A con la quale si mise in mostra nel massimo campionato.
Con i lagunari giocò come mezzala sinistra, formando con l'ala destra Ezio Loik una coppia perfetta che avrebbe fatto epoca nel nostro calcio.

Il Venezia era allora una squadra modesta, ma la classe ed il temperamento di Mazzola non passarono inosservati. Grazie al suo decisivo apporto, la squadra veneta vinse la Coppa Italia nel 1941 ed arrivò terza al termine della stagione 1941-1942.
Al termine di questa annata passò al Torino, che grazie alla sue imprese e a quelle di alcuni suoi compagni divenne il Grande Torino: con i granata vinse da capitano cinque scudetti (1943 e poi dal 1946 al 1949) disputando in totale 231 partite segnando 109 reti (29 nella stagione 1946-1947, con cui si laureò capocannoniere della serie A).
Quando morì la stagione 1948-1949 non era ancora conclusa, ma la Federcalcio, su richiesta di Inter e Milan - a nome di tutte le altre società -, decise di assegnare lo scudetto al Torino, alla memoria. Per i restanti incontri, la società torinese dovette dunque schierare la squadra delle riserve, che era comunque altrettanto temibile (ancora oggi il settore giovanile è un fiore all'occhiello della società), e li vinse tutti e quattro. Occorre comunque precisare che, contro il Torino-B, gli avversari, per solidarietà, mandarono in campo le riserve.



Il disastro di Superga
L'incidente aereo avvenne dopo che il Torino aveva disputato un incontro amichevole a Lisbona che proprio Valentino Mazzola aveva organizzato. I morti furono 31, perirono anche i giornalisti Renato Casalbore (Tuttosport), Luigi Cavallero (La Stampa) e Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo). Per varie ragioni tre componenti di quella magica squadra non salirono sull'aereo per Lisbona: Giuliano, Gandolfi e il più famoso Sauro Tomà, fermato dal medico per un infortunio al ginocchio. Anche Ferruccio Novo, bloccato dalla broncopolmonite, si salvò, così come il grande Nicolò Carosio che rimase a casa per la cresima del figlio.


Frasi celebri su Mazzola

« Lui da solo è la metà della squadra. L'altra metà è formata da me e da tutti gli altri giocatori. »
(il difensore Mario Rigamonti)


« Così deve giocare una mezza punta e agire un capitano. »
(Ferreira, capitano del Portogallo la cui partita d'addio fu l'ultima del Grande Torino)

1 commento:

sandrofox ha detto...

per me tu stai diventando interista...!!!